Amart 2022, Milano

Amart Milano 2022

Saremo presenti alla prossima edizione di Amart,
che si terrà dal 19 al 23 ottobre presso il Palazzo della Permanente in via Turati a Milano.

STAND 37

OTTOBRE 19-23, 2022 | Museo della Permanente
Mercoledì – Sabato | ore 11.00 – 20.30
Domenica | ore 11.00 – 19.30

Vi preghiamo di confermare la Vostra presenza inviando una mail a galleria@danielabalzaretti.it
Saremo felici di inoltrarvi gli inviti digitali.

Attraverso un percorso suddiviso in tre differenti tematiche, proponiamo una  selezione di opere accomunate tra loro da un sottile fil rouge.   

IL MITO E IL TEMA ANIMALIER

L’esplicito messaggio mitologico della “Circe” 1922,  olio su tela di Giovan Battista Galizzi (esposto alla Biennale di Monza del 1923) e “Primi turbamentiLeda e il cigno,  marmo di Vitaliano Marchini, (Galleria Lino Pesaro, 1922, copertina del catalogo e presentazione di Adolfo Wildt), crea un ponte con il tema animalier del bronzo dello stesso autore, “Putto con oca” 1914, che ammicca malizioso  al “Putto con pesce”, 1930 c.ca, olio su tela del pittore triestino Edgardo Sambo.
Le tre opere in maiolica, “Coppa dell’ermellino” di Guido Balsamo Stella, (esposta alla Biennale di Monza del 1923 con la “Circe” di Galizzi), il “piccolo drago” 1902, della manifattura Amphora e il vaso di Duilio Cambellotti, iscritto “In Flammis rubeo” 1915-30, decorato con un leone che sprigiona fiamme dalla bocca, (Mostra della ceramica italiana 1920-1940 – Palazzo Nervi 29/5 20/06 1982 n. 400), si legano con le sculture a soggetto zoomorfo “Centrotavola con mostri marini” bronzo di Hans Stoltenberg Lerche, (VII Biennale di Venezia, 1926), “centrotavola in marmo con capricorno in bronzo” 1910-15, di Friedrich Gornik, “Uccelli” di Alberto Gerardi, scultura in ferro battuto e forgiato su basamento in legno 1925-30  (A. Panzetta cat. Mostra Renato Brozzi e la scultura animalista italiana tra Otto e Novecento – ediz. Edifir 2020-2021- ill. pag. 157- A. Panzetta, Animali e “Animaliers”nella scultura italiana tra Neoclassicismo e Novecento ed Fioranna 2020 ill. pag. 142) e “Pesci”, mosaico a tessere vitree policrome, oro e madreperla, di Vittorio Zecchin. 

Il tondo, altorilievo in bronzo “Fuga In Egitto”, tardi anni ’30, completa la proposta dedicata a Vitaliano Marchini, lo scultore a cui recentemente è stata riservata la prestigiosa Sala degli Stemmi del Castello Visconteo-Mediceo di Melegnano, sua città natale.

I NEOMICHELANGIOLESCHI NUDI VIRILI

“È un bronzo di straordinaria intensità, quello del Lanciatore di Giavellotto (o Il Giavellotto; 1934, 91 X 33 cm; firmato sulla base “E. Baroni” e ” Fonderia/ P. Capecchi/Pistoia”; Novecento 2013, p. 163) che Eugenio Baroni (Taranto 1880-Genova 1935) modellò, con ogni probabilità, nel 1934, come i documenti di cui si dirà lasciano intendere. Ed è pure uno dei rari bronzi che riportano il punzone di fonderia, in questo caso il marchio della ditta di Primo Capecchi di Pistoia con cui Baroni intrattenne uno stretto rapporto professionale con esiti molto felici nella qualità esecutiva del modellato e delle patine”(saggio critico di Maria Flora Giubilei)

Il bronzo di Baroni e il “calamaio in bronzo con nudo virile” 1920-30 di Mario Restelli, si integrano con i  disegni su carta di Adolfo De Carolis, studi preparatori per gli affreschi neomichelangioleschi realizzati a Palazzo Re Enzo a Bologna tra il 1911 e il 1925.  (F. Solmi   “Adolfo De Carolis ”La sintesi immaginaria – gli affreschi del palazzo del Podestà di  Bologna – 1979)

OBJETS DE VERTU

La Coppetta in agata grigia a forma di pellicano, anni ’50, con occhi in corniola, gambe e collo in argento, di Gabriele De Vecchi e la Coppetta  in bronzo a patina scura con cabochons in agata 1900-1905, di Hans Stoltenberg Lerche,  guardano con ammirazione e timore reverenziale al fastoso trittico, composto da una coppa e due obelischi  in cristallo di rocca, decorati con grappoli di coralli incisi su base in malachite, 1925-30, un’opera di  Alfredo Ravasco,  proveniente da una prestigiosa collezione e documentata da immagine d’epoca.